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Il progetto, portato avanti a quattro mani con Laura Baldo,  si sviluppa dalla necessità di fermare frammenti di memoria trasformandoli da semplici sensazioni personali in immagini vere e proprie.

Lessico familiare si definisce poi in maniera concreta e coerente durante la partecipazione al workshop "La Memoria in Tasca", nato da un'iniziativa di CreArt e Luca Vitone e tenutosi al Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce, a Genova.

In occasione di quest’esperienza abbiamo deciso di tenere momentaneamente nel cassetto il progetto in progress, per analizzare il tema della memoria vergini di ogni precedente riflessione intellettuale e creativa, in modo tale da assorbire ed elaborare quante più sensazioni e stimoli, i quali, al termine del percorso, ci sono serviti per riprendere il progetto in corso in maniera più consapevole, ed a delinearlo sino al suo definitivo compimento. 

Per tutta la durata del workshop, la dialettica contaminata da differenti poetiche e l’analisi e la comprensione del tema anche da altri punti di vista, hanno contribuito alla stesura definitiva del progetto che stava aspettando l’input finale per essere messo a punto e concluso in maniera ancora più consapevole e coerente.

L’analisi e la rappresentazione iconologica della memoria familiare, metabolizzate dalla ricerca/riscoperta di oggetti e ricordi del passato e dalla loro riproduzione fotografica, sono il filo rosso che lega il progetto in progress che stiamo portando avanti.

La poetica di questo lavoro fotografico, dal titolo ginzburghiano Lessico Famigliare aspira a diventare “….Una viaggio nel passato, alla riscoperta della fotografie che ritraggono le nostre mamme e le nostre nonne, gli oggetti che a loro sono appartenuti, libri, album di appunti, abiti e stoffe, che grazie al potere evocativo della memoria, non si limitano ad essere semplicemente degli oggetti, ma che diventano il nostro bagaglio di ricordi, diventano un concetto, un insieme di sentimenti emotivi, sonori, tattili e visivi." (da Lessico Familiare di N. Ginzbourg).

 

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